San Tomaso in Limine,
ad Almenno San Bartolomeo (Bg)

Un monumento da considerare una "eccezione"?  Chi pensi al romanico come arte ripetitiva di pochi schemi potrebbe rispondere positivamente, giudicando (forse troppo affrettatamente) questo monumento come niente più che una bizzarria architettonica.

Ma se è vero che lo schema a pianta circolare non è certamente proprio della cultura che genera il romanico lombardo, pure la presenza di tre chiese circolari in Lombardia (San Tomaso in limine, ad Almenno San Bartolomeo, San Lorenzo, a Mantova e il Duomo Vecchio, a Brescia) è significativa e merita di essere considerata come qualcosa di più che una semplice bizzarria.

Lo schema giunge in Europa portato dai primi crociati, sul finire dell'XI secolo, ed il fatto che trovi espressione anche in ambito europeo è indice di quella meravigliosa disponibilità dell'uomo medievale a fare tesoro di tutto ciò che incontra sul suo cammino; la stessa disponibilità che lo porta a raffigurare sui portali, si fregi e sui capitelli i soggetti più svariati, reali o fantastici. Non per amore di bizzarria, ma per amore di Dio che ha creato ogni cosa.

Poco importa se la pianta circolare non avrà un grande sviluppo, rimanendo sostanzialmente ostica per la concezione occidentale dello spazio interno della chiesa, che è tendenzialmente "angolare", ossia determinata dall'intersecarsi di piani; rimangono ugualmente alcune perle, come le tre citate, a testimonianza di un'arte incapace strutturalmente di essere bizzarra, ma la cui libertà creatrice manifesta ad ogni passo il suo fondamento di fede.

(tratto da: Sandro Chierici, La Lombardia, vol. I di Italia Romanica, Jaca Book 1978)