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Presentazione della Via Lucis

Il mondo è abbracciato da un fitto reticolo di strade, quasi avvolto dai percorsi dell’uomo e della sua storia.

Vie di terra e vie d’acqua; e oggi, più che mai, vie di cielo, perché l’aria, non meno che gli altri elementi, è solcata dai sentieri dell’uomo.

Uomini e donne che vanno, che si incontrano per comprare e per vendere, per impiantare casa e fissare dimore, per vedere e conoscere, per amare e per combattersi.

Vi è un tempo per camminare e un tempo per riposare.

Questi tragitti infittiscono le loro trame nei borghi e nei villaggi e sono come le carte topografiche delle parentele e degli amori, del lavoro e della fatica, degli incontri e degli affari, passaggi obbligati per portare il peso della vita.

Queste ragioni vitali e obbligatorie hanno suggerito la consacrazione delle strade, quasi delle dedicazioni devozionali, per richiamare l’occhio benevolo di Dio e dei Santi sui passi degli uomini. Edicole, santelle, capitelli, affreschi e statue sono il documento della sacralità della vita che cammina e che non si ferma mai.

In questa atmosfera di storia e di sapienza entra a pieno titolo l’impresa di segnare un percorso, nel nucleo antico di Sant’Eufemia, con i temi evangelici della “via della luce”.

Convocati a questo impegno quattordici artisti bresciani di buon nome e di glorioso impegno professionale.

La loro opera, preparata a lungo e intensamente meditata, ornerà stabilmente i luoghi prescelti nelle strade di questo storico sobborgo di Brescia.

Sono linguaggi diversi per rileggere, in chiave artistica, la pagina conclusiva della storia terrena di Gesù, quando, dopo la sua risurrezione, si incontra con i suoi per aprire e scaldare il loro cuore e per fissare i suoi discepoli, definitivamente e incrollabilmente, nella certezza di un mondo futuro dove Lui “con i segni della Passione, vive immortale”.

I quattordici dipinti risultano così essere nuove interpretazioni di queste difficili pagine della rivelazione cristiana, attente, alcune, a una rilettura veristica, gonfia di sentimenti e di psicologia ma pulsante di verità immediata; sensibili, altre, a una più lieve e poetica eco spirituale che intride colori tenui a sospirose freschezze; provocatorie, altre ancora, per nuovi risvolti e inattese connessioni di significati.

Vi è in questi lavori una appassionata attenzione, il gusto di una scansione fedele al testo sacro ma anche alle proprie emozioni, la felicità di raccontare più per evocazione di “moti dell’animo” che per abbondanza di episodi e di particolari.

A ricordarci, tutte queste opere messe insieme, che la varietà dei linguaggi è un patrimonio vivo, una ricchezza di comunicazione che sa dire qualcosa a tutti, specialmente ai passanti (viandanti occasionali o forzati passeggeri per quotidiane necessità) perché sulla traccia di un cammino si riflette l’idea di un’altra strada, di un diverso percorso, di un tragitto che invita a guardare in alto. Verso una luce che anticipa i sentieri delle stelle, le strade dei cieli (e non solo quelli astronomici), per ricordarci di che siamo fatti e che i nostri passi hanno ben altre mete di quelle a cui ci portano le strade terrestri.

Per dirci, in sostanza, che la via della luce è la nostra via.

 

Luigi Salvetti
(Direttore artistico della Via Lucis)

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